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Pubblicato su www.nextme.it

Distrarsi alla guida è piuttosto frequente, perciò non stupisce che le nuove tecnologie siano continuamente in cerca di soluzioni efficaci. E tanto per tagliare la testa al toro, un’auto che non prevede l’uso delle mani al volante scioglierebbe ogni potenziale perplessità.

E’ esattamente quello su cui stanno lavorando presso l’Università Freie di Berlino: un modello di automobile che, leggendo le onde del cervello del conducente tramite appositi sensori, possa essere guidata col pensiero. I ricercatori hanno così messo a punto un software capace di riconoscere alcuni dei principali impulsi celebrali che si manifestano quando si è alla guida: si tratta dei comandi più ovvi, come “destra”, “sinistra”, “freno”.

L’identificazione di questi impulsi è resa possibile dall’utilizzo di tecnologie che possono ormai definirsi “collaudate” in campo scientifico: si tratta essenzialmente di sensori EEG volti a registrare gli elettroencefalogrammi del conducente, ovvero tutta quella serie di ‘uscite’ elettriche che il cervello produce mentre si pensa.

In fase di sperimentazione, il programma è stato poi raffinato tramite una sorta di esperimento virtuale che consisteva, in pratica, nello spostamento un cubo su uno schermo usando soltanto la forza del pensiero.

EEG a parte, l’automobile è stata poi equipaggiata con telecamere, radar e sensori laser, in modo da non tralasciare alcun dettaglio e renderla capace di interpretare qualsiasi singolo comando e soprattutto di applicarlo poi in maniera corretta per la gestione del veicolo.

Dai primi test su strada, materialmente effettuati dal professor Raul Rojas, è risultato un buon livello di risposta del veicolo ai comandi, ma non senza un leggero ritardo nell’esecuzione degli impulsi. Ciò significa che di certo la strada è ancora lunga, se si tiene conto dei requisiti di sicurezza indispensabili per un simile modello su strada; tuttavia l’esperimento è di per sé un clamoroso traguardo in ambito scientifico, e ritardi a parte, rimane il fatto che durante il test il veicolo sembra aver risposto correttamente a tutti i comandi del conducente.

I tempi possono dunque non essere maturi, ma una nuova era in termini di interazione uomo-macchina è alle porte: gli esperimenti odierni sono, al di là della loro completa riuscita, l’anticipazione che ci viene concessa per immaginare il mondo di domani.

db